25 July 2023

Alfa Romeo 33 Stradale: la sua erede sarà svelata il 30 agosto

Mercoledì 30 Agosto alle ore 5.00 pm verrà svelata l'erede dell'Alfa Romeo 33 Stradale. In attesa dell'evento in streaming, ripercorriamo la nascita e l'evoluzione di una delle più belle sportive della storia

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Le origini

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La 33/2 Daytona del museo Alfa Romeo di Arese

È il 1964 quando alla Progettazione Alfa Romeo guidata da Orazio Satta Puliga nasce l’idea di una Sport prototipo. Il progetto è affidato a Giuseppe Busso, ma quando il motore è pronto per girare al banco l'incarico è ceduto da Giuseppe Luraghi, presidente Alfa Romeo, all’Autodelta guidata da Carlo Chiti. A quel punto siamo a inizio 1966 e a Balocco, sulla pista di prova della Casa, sta già girando con Consalvo Sanesi alla guida una vettura, motorizzata però con il 4 cilindri 1.6 della TZ.

La Tipo 33 viene pronta a inizio 1967: ha un telaio di derivazione aeronautica e un motore V8 di due litri da ben 270 CV. Le premesse sono ottime, e saranno confermate al debutto nella gara in salita di Flèron, in Belgio, vinta dalla 33 guidata da Teodoro Zeccoli. Al momento sembra un fuoco di paglia, perché per ritrovare una 33 competitiva per la vittoria bisogna aspettare quasi un anno. Ma l’attesa è ben ripagata, perché a Daytona 1968, in versione chiusa, le 33 dominano la classe (primi due posti), ripetendosi poi a Le Mans (intero podio). In totale quell’anno arriveranno quindici vittorie assolute e sei di categoria, con cui l’Alfa Romeo diventerà campione del mondo Sport Prototipi nella classe 2000.

50 esemplari previsti, 18 prodotti

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Nel frattempo, nasce l’idea di una versione stradale della Tipo 33. Si pensa di realizzare una piccola serie di 50 esemplari da omologare per la circolazione stradale, ma la produzione, iniziata a novembre del 1967, si fermerà a 18 pezzi a marzo 1969.

Del lavoro fu incaricato Franco Scaglione, mentre la produzione fu affidata alla carrozzeria Marazzi, partendo dalla base telaistica della 33 da corsa con passo allungato di 100 mm per rendere più fruibile lo spazio interno.

L’impatto emotivo generato dal frontale basso e reso aggressivo dai doppi fari sovrapposti ricoperti dal plexiglass, è amplificato dalla sagoma larga, sinuosa e bassissima del corpo vettura, dove la finizione curata, ma essenziale, ricorda le vetture da corsa. È una sensazione che trova conferma una volta avviato il motore, perché la meccanica è “addomesticata” quel tanto che basta per renderne l’utilizzo compatibile con la guida su strada.

La 33 Stradale ha, infatti, prestazioni non lontane da quelle della biposto Sport. Il suo V8 da due litri eroga ben 230 CV a 8.800 giri, che la spingono a 260 orari. Il tutto su di un peso di soli 700 kg. Con numeri così, la 33 Stradale regala emozioni uniche e prestazioni la cui portata si possono facilmente intuire. Su strada essa conserva tutte le doti che hanno reso famosa in pista la sorella da gara, ma non bisogna dimenticare che è un purosangue da corsa. È una macchina a cui dare del “lei”, che per essere sfruttata in pieno richiede la mano esperta di un pilota. Le reazioni sono infatti rapide, immediate. L’assetto è rigido e dentro l’abitacolo, complice l’ampio cristallo anteriore e la vetratura delle portiere prolungata fino a formare buona parte del tetto, sembra quasi di guidare una vettura aperta.

Il motore posteriore contribuisce a rendere palpabile la sensazione di vettura da competizione perché fa sentire la sua voce (e il suo calore) in modo chiaro e forte. Siamo, con la 33 Stradale, agli antipodi della brillantezza rilassata da granturismo, come sarà invece la Montreal l’altra creatura del Biscione con la meccanica derivata dalla 33.

La prima si riconosce dal tergicristallo

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Presentata a Monza il 31 agosto 1967, la vettura costa l’astronomica cifra di 9.750.000 lire. Il tempo di consegna è un mese

La prima versione della 33 Stradale presenta un curioso tergicristallo incernierato al centro del tetto, che sarà poi spostato in basso al centro. La presa d’aria anteriore è percorsa da un fregio cromato orizzontale (in seguito eliminato) che divide in due il classico scudetto.

Bello l’interno a due posti, improntato alla semplicità e alla sportività, ma proprio per questo ergonomico e razionale nell’ubicazione dei comandi. Altre caratteristiche particolari sono visibili nell’apertura dei cofani (in avanti quello anteriore, all’indietro quello posteriore) e delle portiere che, sollevandosi, si spostano in avanti.

Peccato che la produzione si sia fermata a soli diciotto esemplari, oggi di grandissimo valore. D’altra parte il prezzo di vendita era addirittura superiore (e non di poco) a quello di una Ferrari 365 GTB/4; e se anche gli ordini fossero stati soddisfacenti, è prevedibile che non pochi sarebbero stati i problemi legati alle difficoltà nel gestire una macchina così sofisticata attraverso la normale rete di assistenza.

In compenso, l’armonia delle linee della 33 conquistò nientemeno che la principessa Paola di Liegi. Grande appassionata e valente pilota, verso la fine dell’estate del 1967, le fu data la possibilità di condurre la 33 sul circuito di Balocco. Con a fianco Zeccoli, Paola di Liegi, per nulla spaventata dalle prestazioni di quella potente sport, seppe districarsi con notevole abilità tra le curve del circuito vercellese, meritandosi i complimenti di tutti.

Scheda tecnica ALFA ROMEO 33 STRADALE (1967)

Motore Numero cilindri e disposizione V8 di 90°, centrale posteriore basamento e testate in lega leggera,

Cilindrata (cm3) 1995 Alesaggio (mm): 78 Corsa (mm) 52,2 Velocità media del pistone (m/sec) 15,3 a 8800’ Rapporto di compressione: 10 : 1, Potenza massima (CV-DIN - giri/min) 230 – 8800 Distribuzione con due alberi a camme in testa per bancata comandati da catene, 2 valvole in testa per cilindro disposte a V, Alimentazione iniezione indiretta, due pompe carburante elettriche, Accensione con 2 candele per cilindro, due bobine e due spinterogeni, Lubrificazione a carter secco con pompa di mandata e di recupero, radiatore olio, Raffreddamento ad acqua forzata con radiatori, Impianto elettrico: a 12 V Trasmissione Trazione posteriore, Frizione monodisco a secco, Cambio a sei marce + RM, Rapporti al cambio: 1^ 3,25:1, 2^ 2,18:1, 3^ 1,60:1, 4^ 1,30:1, 5^ 1,20:1, 6^ 0,96:1 Cerchi in lega leggera da 13”

Pneumatici ant. 5.25 Hx13”, post. 6.00 Lx13” Corpo vettura Tipo telaio: tubolare con elementi di grande dimensione in lega leggera disposti ad H asimmetrica, completato da due fusioni in lega di magnesio, Tipo carrozzeria: chiusa a due posti Sospensione anteriore e posteriore a ruote indipendenti con bracci trasversali deformabili, ammortizzatori idraulici telescopici, molle elicoidali e barra stabilizzatrice Freni a disco, doppio circuito frenante Sterzo a cremagliera Dimensioni e peso Passo (mm) 2350, Carreggiata ant. (mm) 1350, Carreggiata post.(mm) 1445, Lunghezza (mm) 3970, Larghezza (mm) 1710, Altezza (mm) 990, Peso (kg): 700 Prestazioni Velocità massima: 260 Km/h

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