di Fabio Suvero
02 January 2024

Maserati Levante Trofeo: l'ultimo concerto del V8

Su Automobilismo di dicembre 2023 abbiamo celebrato l'addio al V8 Maserati con un test speciale di Levante e Quattroporte. Ecco una sintesi delle emozioni che si vivono seduti al posto di guida di Levante Trofeo

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Mi “fiondo” sulla Levante senza neanche pensarci un attimo, attratto da una tinta inusuale per un’auto di questo genere, ma oggi le mezze misure non esistono proprio: o tutto o niente. La chiave ha lasciato il posto a un pulsante, ma la sensazione è sempre la stessa: il rombo cupo e minaccioso degli 8 cilindri che, cantando all’unisono, generano quell’inconfondibile melodia riesce a farmi dimenticare per un attimo le sempre più restrittive normative sulle emissioni, comprese quelle sonore, la propulsione elettrica e tutte le limitazioni che sembrano studiate per trasformare le auto del futuro in enormi tablet su ruote: utilissimi e funzionali quanto vuoi, ma capaci di suscitare emozioni, le poche volte ci provano, solo con il contagocce.

Lasciata alle spalle la città, non resisto alla tentazione di un bell’affondo del gas, ma solo dopo aver selezionato il programma Corsa e spostato il cambio in manuale: che goduria! In un’era di motori sempre più lineari nell’erogazione e simili tra loro, il V8 del Tridente esprime la sua forte personalità con un discreto turbo lag iniziale a cui segue la classica botta di coppia che ti incolla allo schienale del sedile in stile jet al decollo. I 580 CV rispondono puntuali all’appello, per non parlare poi dei 730 Nm di coppia, che restano costanti da 2.500 a 5.000 giri.

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Ok, sulle prestazioni in linea retta nulla da dire, ma personalmente non ho mai amato i SUV, quindi non posso nascondere i miei dubbi sulle sue qualità dinamiche di un mezzo così alto e pesante su un percorso misto. Aggredisco quindi le prime curve e i miei pregiudizi iniziano a vacillare: ma quanto è pronto in inserimento questo “bestione”? E che feeling lo sterzo, bello “pesantino” come piace a me e capace di riportare con lo stesso rigore della carta carbone ciò che stanno facendo le ruote anteriori. Di rollio ne sento poco, anzi, pochissimo, anche ora che aumento il ritmo per capire fino a che punto sia possibile ingannare i limiti della fisica. Ok, va bene tutto, non posso negare quanto Levante sia efficace, ma l’emozione di un bel controsterzo per controllare una perdita di aderenza del posteriore? Detto, fatto: forzo l’inserimento portando la frenata fin dentro la curva e, una volta alleggerito il posteriore, un bel “pestone” sul gas et voilà, la coda sbanda, ma lo fa in modo misurato per farmi divertire senza perdere tempo o dover correggere troppo con lo sterzo. A questo punto è meglio fermarsi per calmare i bollenti spiriti, quindi appena trovo lo spazio accosto, favorevolmente colpito da un inatteso dinamismo.

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