Trasformare rifiuti di plastica in carburanti? Ora è possibile!

A dirlo è uno studio, pubblicato su ACS Sustainable Chemistry and Engineering, che punterebbe a utilizzare milioni di tonnellate di plastica per produrre carburante simile a benzina o diesel.
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Il problema dei rifiuti in plastica ci sta completamente sfuggendo di mano. Ogni anno, infatti, oltre 300 milioni di tonnellate di rifiuti finiscono nelle discariche, nell'ambiente e in mare. Purtroppo però è un materiale che impiega tantissimi anni prima di riuscire a decomporsi completamente. Ecco perché andrebbero attuate strategie utili non solo a contenerne la produzione e l'utilizzo ma anche a incrementarne la raccolta differenziata e il suo riutilizzo a fine vita.
In questa ottica uno studio, portato avanti da un team di chimici della Purdue University, punta a convertire senza incenerirli (attraverso un processo di conversione termica in assenza di ossigeno, in cui sono assenti combustione ed incenerimento) il polipropilene e i rifiuti poliolefinici in prodotti diversi, inclusi i polimeri puri, nafta, benzina e carburante simile al diesel ma meno inquinante. La nuova tecnologia adotta la pirolisi che è un processo che provoca la rottura delle catene molecolari che rendono la plastica rigida senza combustione e quindi senza emissioni.
Nello specifico, il primo passaggio prevede la trasformazione della plastica in nafta e da qui in altre sostanze chimiche o solventi speciali o ancora combustibili speciali che potrebbero essere usati come blendstock, uno dei componenti principali del carburante utilizzato nei veicoli a motore. Attualmente il team è a lavoro per migliorare e stabilizzare il processo così da riuscire a produrre benzina e diesel di qualità.

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