Targa estera: niente più furbetti con il Decreto Sicurezza

I residenti in Italia da più di 60 giorni dovranno circolare con targa nazionale. A stabilirlo il Decreto Sicurezza con la modifica gli articoli 93 e 132 del Codice della Strada.
Fin’ora in Italia vi era purtroppo il solito cavillo legale, burocratico, legislativo – scegliete un po' voi come definirlo – che permetteva ai furbetti di farla franca e spassarsela alle spalle dei cittadini e contribuenti onesti. Stiamo parlando dell’adozione di targa estera anche su veicoli circolanti in Italia di persone residenti in Italia. Ma partiamo dall’inizio.

Malcostume tutto italiano

Il Codice della Strada, articolo 132 pre modifica, stabiliva, infatti, che le auto, le moto e i rimorchi con targa estera, che abbiano già adempiuto alle formalità doganali, potessero circolare per un massimo di 365 giorni. Terminato questo periodo anche per questi veicoli scattava l'obbligo della targa italiana, pena una sanzione pecuniaria. L’adozione però della targa straniera, durante i 365 giorni ma anche dopo se il proprietario si fosse furbescamente dimenticato di sostituirla con quella italiana, garantiva ai proprietari di queste auto innumerevoli vantaggi. Diversi vantaggi fiscali illeciti, come il mancato pagamento di bollo, superbollo e assicurazione, l’impunità in caso di violazioni al codice della strada, con l’astensione dal pagamento delle sanzioni amministrative, e la difficile identificazione da parte delle Forze dell’Ordine specie per quei soggetti ritenuti stranieri irregolari. Peccato è che questa multa per il mancato cambio di targa allo scadere dei 365 giorni non fosse poi così severa. Si andava, infatti, da un minimo di 84 euro a un massimo di 335 euro. Capite bene allora che i vari furbetti preferivano rischiare e al massimo pagare la sanzione amministrativa piuttosto che rinunciare agli enormi benefici di mantenere la targa estera. Una pratica tutta italiana che purtroppo finiva a discapito dei cittadini e contribuenti onesti che hanno sempre pagato le tasse.

Un giro di vite necessario

Ecco però finalmente il giro di vite tanto atteso. Con il nuovo Decreto Sicurezza, attualmente in discussione in Parlamento, si andrà a modificare gli articoli 93 e 132 del Codice della Strada così da vietare a chi risiede in Italia da più di 60 giorni di poter circolare su territorio nazionale con un veicolo con targa estera. In caso di mancato rispetto della nuova Legge scatterà una sanzione amministrativa pari o superiore a 712 euro e il trasgressore sarà obbligato a fermare il mezzo ed immatricolarlo in Italia entro 180 giorni, pena la confisca. Lo stesso articolo 132 obbliga, infine, il rimpatrio del veicolo importato se dopo un anno non è stato immatricolato in Italia, con consegna di targhe e documenti alla motorizzazione. L’obiettivo della nuova norma è naturalmente quello di fermare il fenomeno della cosiddetta esterovestizione, facendo sì che chi risiede nel nostro Paese non possa più eludere tasse e controlli. Vi saranno sicuramente però delle eccezioni alla regola che consentiranno per esempio di circolare con targa estera se il possesso dell’autoveicolo è legittimato in virtù di un contratto di leasing, comodato o locazione con una società sita fuori dai confini nazionali.

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