Incentivi auto: da Promotor una valida proposta

La proposta anti blocco del traffico punta ad avvantaggiare le famiglie a basso reddito e con auto più vecchie. Peccato per ora sia solo una proposta.
1/2
Se ne sta parlando tantissimo specie nell’ultimo periodo con il Governo che tanto in campagna elettorale quanto ora con l’esecutivo ha promesso e continua a promettere incentivi auto per l’anno 2019 tanto per la sostituzione delle auto più vecchie e inquinanti del nostro parco circolante – ricordiamo che abbiamo un parco auto che è tra i più anziani in Europa – quanto per l’acquisto di nuove auto ed emissioni zero o prossime allo zero – ancora troppo care per la maggior parte dei contribuenti. Allo stato attuale delle cose però tutte queste promesse del Governo giallo-verde sono rimaste esclusivamente promesse e non vi sono per ora ne certezze sulla data della loro entrata in vigore ne tanto meno precise indicazioni sull’ammontare di questi aiuti da parte dello Stato.

Cosa deciderà il Governo?

Il Centro Studi Promotor ha però avanzato al Governo una proposta molto interessante, una sorta di formula di sostegno simile ai primi incentivi alla rottamazione che furono in vigore nel 1997. Secondo Promotor lo Stato dovrebbe elargire un bonus di 2.000 euro – ai quali si potrebbero aggiungere altri 2.000 euro di sconto, sostenuti dai costruttori – a tutti coloro i quali nel 2019 decideranno di cambiare la propria auto con almeno 10 anni di vita per comprarne una nuova. Secondo lo stesso Centro il piano incentivi sarebbe a costo zero per l’Erario e porterebbe a un aumento del gettito con un impatto positivo sulla crescita del Pil, senza considerare che andrebbe a supportare tutti quegli automobilisti a basso reddito e che con un’auto più vecchia di 10 anni si trovano privati della loro libertà dalle limitazioni al traffico imposte per motivi ambientali.

Sarà vero?

Ma come può essere a costo zero per lo Stato questo piano di incentivi? Semplice, secondo Promotor con un prezzo medio per l’acquisto di un’auto pari a 21.020 euro (di cui 3.790 di Iva) lo Stato recupererebbe in pieno il bonus da 2.000 euro. Va poi tenuto ben presente che l’aumento del gettito Iva e delle tasse di immatricolazioni sulle auto vendute in più sarebbe non solo una perfetta copertura del bonus erogato ma porterebbe sicuramente lo stato a incassare un maggiore gettito netto con una conseguente crescita del Pil.

Le ultime news video

© RIPRODUZIONE RISERVATA