Matteo Di Lallo
18 October 2018

Il differenziale autobloccante nella fase di rilascio

In base alla specifica situazione il differenziale autobloccante può avere un effetto sovrasterzante o sottosterzante.
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Forse vi sarete accorti che, rilasciando bruscamente il pedale del gas mentre si sta percorrendo un lungo curvone in appoggio, si innesca immediatamente un forte trasferimento di carico (dal posteriore verso l’anteriore) che si traduce in una consistente imbardata (rotazione del veicolo attorno al proprio asse z). In questa situazione se la forza laterale garantita dall’asse posteriore non è sufficiente a contrastare quella generata dall’asse anteriore, l‘imbardata aumenta evolvendo in un due scenari possibili: o un bel sovrasterzo in rilascio o un non altrettanto bello e improvviso testacoda.

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Questo fenomeno può però essere ridotto grazie all’installazione di un differenziale autobloccante. Se alle alte velocità il differenziale autobloccante in fase di trazione genera un momento sovrasterzante sul veicolo che lo aiuta a chiudere maggiormente la curva (questo grazie al trasferimento di coppia dalla ruota interna più scarica verso quella esterna più carica e quindi capace di maggiore trazione), forse non tutti sanno che alle basse velocità e sempre in fase di trazione l'autobloccante genera al contrario un momento sottosterzante che si oppone alla volontà del veicolo di curvare (questo perché l’autobloccante trasferisce una maggiore coppia verso la ruota che in quel momento sta girando più lentamente, cioè l'interna, avendo entrambe le ruote più o meno la stessa aderenza).
Discorso diverso in fase di rilascio dove si genera un fenomeno simile ma, contrariamente alla fase di trazione, sia alle alte che alle basse velocità il momento avrà un’azione sottosterzante e quindi contraria all’imbardata. Alle alte velocità, infatti, la ruota interna (scarica) rallenta più rapidamente, a causa della maggiore azione esercitata dalla coppia motrice negativa (frenante), e quindi un eventuale differenziale autobloccante trasferisce maggiore coppia a questa ruota interna più lenta (Mdiff > 0), introducendo un momento sottosterzante sul veicolo. Questa coppia sottosterzante indotta lavora contro l’effetto sovrasterzante (imbardata) dell’asse anteriore e aiuta il lavoro dell’asse posteriore assicurando al veicolo maggiore stabilità.
Alle basse velocità, invece, la ruota interna è già la ruota più lenta e con più o meno la medesima trazione della ruota esterna. Una fase di rilascio introduce quindi un ulteriore coppia frenante che spinge l’autobloccante a spostare più coppia verso la ruota interna, generando anche in questo caso un momento sottosterzante che si oppone al fenomeno dell’imbardata indotto dal brusco rilascio del pedale del gas. In definitiva quindi, se in tiro il differenziale autobloccante è in grado di tirarvi dentro la curva generando un effetto sovrasterzante, in fase di rilascio è in grado di generare un effetto sottosterzante utile a contrastare la possibile imbardata generata dal brusco rilascio dell'acceleratore.

Matteo Di Lallo

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