Francia: i diesel Euro 6d-Temp non sono così "cattivi"

Si pensa a riabilitare in città i diesel più moderni, equiparandoli ai motori benzina Euro 5 e 6 e a quelli ibridi, per salvare 38 mila posti di lavoro.
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Secondo quanto riporta il quotidiano parigino "Le Monde", il Governo francese starebbe pensando di modificare la sua opinione negativa sulle vetture diesel di ultima generazione, cioè quelle conformi all'ultimissima normativa Euro 6d-Temp. Dal Ministero dell'Economia sarebbe, infatti, partita la proposta di classificare questi moderni motori a gasolio con la stessa classificazione che attualmente viene data alle auto a benzina più moderne, cioè quelle Euro 5 e 6 e quelle ibride. Si tratta nello specifico dell'attribuzione del bollino con livello Crit'Air 1, ovvero la categoria più pulita tra i non elettrici, che fino a questo momento non era stata riservata alle motorizzazioni diesel, nemmeno le più recenti e pulite, che invece potevano fregiarsi al massimo del bollino con livello Crit’Air 2. Per ora si tratterebbe solamente di una proposta avanzata dal dicastero dell'economia mentre, secondo fonti interne al governo, gli stessi responsabili dell’ecologia non sarebbero della stessa opinione.
Ma qual è il vero problema? In Francia esiste la classificazione Crit’Air (dal livello 1 al livello 6) con la quale vengono determinate quali sono le aree a traffico limitato in cui i veicoli, a seconda del bollino assegnato, possono circolare. Le auto ibride e quelle a benzina omologate Euro 5 ed Euro 6 hanno il contrassegno Crit’Air 1, quelle diesel anch’esse Euro 5 ed Euro 6 hanno il bollo Crit’Air 2, i veicoli più vecchi e inquinanti hanno categorie di bollino inferiori (da 3 a 6) mentre quelle troppo vecchie non hanno alcun contrassegno. Ognuna di queste zone presenta dei criteri di circolazione ben diversi e già ora nelle città più popolate l’accesso al centro urbano è consentito esclusivamente alle auto con categoria Crit’Air 1.
Capite bene quindi come ad oggi anche le vetture diesel più moderne vengano fortemente penalizzate. Questa crociata contro il motore a gasolio sta portando però verso una sempre maggiore riduzione nelle vendite di vetture nuove o usate con motore a gasolio. Una tendenza che sta procurando forti ripercussioni anche a livello occupazionale nel tessuto industriale e in tutta la filiera automotive impegnata nella produzione di componenti per motori diesel. Stando, infatti, agli ultimi dati di mercato, la vendita di auto diesel sarebbe in forte calo (a gennaio il 38% del mercato rispetto al 55% del 2016) e il ministero francese prospetterebbe già che, se si dovesse proseguire per questa strada, vi potrebbero essere gravi problemi occupazionali per ben 38 mila dipendenti. Ecco perché di fronte a questa realtà e alle sue conseguenze il Ministero dell'Economia starebbe pensando di dare il bollo Crit’Air 1 anche alle auto a gasolio più recenti. Di diversa opinione il Ministero dell'Ecologia che riterrebbero questa decisione materia scientifica e non economica.

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