Emissioni: Opel nega le accuse ma in Italia interviene Codacons

La Casa di Rüsselsheim ha deciso di opporsi ai richiami imposti dalla KBA ma in Italia l’associazione a tutela dei consumatori vuole certezze sulle vetture circolanti nel Bel Paese.
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Nessun software contraffatto

L’indagine sulle emissioni dei motori diesel del costruttore tedesco stanno proseguendo senza sosta. Siamo però alla prima svolta. Si perché se all’inizio, dopo le perquisizioni da parte delle autorità tedesche all’interno degli uffici della Opel, la Casa tedesca aveva affermato di voler collaborare con le autorità, ribadendo che tutti i propri veicoli sono conformi alle attuali normative anti inquinamento, ora però la stessa Casa di Rüsselsheim ha modificato la sua posizione ribadendo in un comunicato ufficiale che: “La Opel si oppone alle accuse di utilizzo di un defeat device illegale. I veicoli della Opel sono conformi alle normative applicabili. Nel caso venisse emesso un ordine la Opel intraprenderà un'azione legale per difendersi”.

Richiamo spontaneo già avviato

Secondo la stessa Opel, infatti, le azioni di richiamo erano già state avviate tra il febbraio del 2017 e l’aprile del 2018 con una campagna di aggiornamento volontario per 31.200 vetture dei modelli Zafira Tourer (2 litri e 2,6 litri), Cascada (2 litri), e la precedente generazione di Insignia (2 litri) prodotti tra il 2013 e il 2016. Di queste 31.200 vetture ben 22.000 sono già state modificate mentre le altre 9.200 sarebbero in procinto di essere richiamate. La Casa ha poi ribadito di aver fatto il possibile per aggiornare quanto prima tutti i modelli ritenuti irregolari ma i ritardi iniziali non sono stati causati dalla Opel ma dalla stessa KBA che ha esitato nel rilasciare la necessaria approvazione.

Accertamenti anche in Italia

Ora però anche dall’Italia potrebbero arrivare nuove gatte da pelare per la Casa di Rüsselsheim. Si perché il Codacons, l’associazione a tutela dei consumatori, come già aveva fatto nei confronti della Volkswagen per il Dieselgate, ha richiesto immediate verifiche per accertare se, anche in Italia, circolino vetture diesel con valori d’emissioni contraffatte. Insomma il Codacons è già sul piede di guerra ed è pronto a prendere provvedimenti legali. In un comunicato ufficiale, infatti, si legge: “Chiediamo alle istituzioni italiane di avviare subito verifiche volte ad accertare se il presunto scandalo riguardi anche il nostro Paese, e se circolino in Italia automobili Opel con motori diesel modificati sul fronte delle emissioni. Così come fatto per VW, siamo pronti ad avviare una battaglia legale a tutela dei proprietari di vetture Opel se sarà accertata l’eventuale falsificazione delle emissioni sulle vetture circolanti in Italia, e invitiamo il ministero dei Trasporti ad attivarsi con urgenza per compiere tutte le verifiche del caso” ha spiegato il presidente del Codacons, Carlo Rienzi.

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