Autovelox: prestate attenzione al cartello di segnalazione

Secondo la Corte di Cassazione se il cartello è poco chiaro, visibile o non è posto alla giusta distanza dal dispositivo di rilevazione della velocità allora la multa non è valida.
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Con la sentenza numero 25993 del 2018 la Corte di Cassazione corre in soccorso dei poveri automobilisti vessati dalle numerose e pesanti sanzioni amministrative o multe che dir si voglia. Partendo dal presupposto che superare i limiti di velocità è un’usanza di noi italiani molto pericolosa e che, specie in quelle situazioni eclatanti dove il limite è stato ampiamente sforato, va sanzionata a dovere e senza possibilità di scusa, questo non significa che la strategia del rilevamento elettronico della velocità tramite autovelox debba diventare uno stratagemma per fare cassa e ingrassare le amministrazioni pubbliche, vessando senza remore gli automobilisti, al posto di essere un vero e proprio strumento di sicurezza stradale.

Situazioni paradossali

Dopotutto si vedono sempre più spesso autovelox montati in posti assurdi, quasi ridicoli, al limite della follia. Velox che vengono posizionati subito dopo un cambio di velocità, all’inizio di un cantiere per i lavori in corso, nascosti dietro una pianta o dietro un guard-rail e ancora velox male segnalati o per nulla segnalati. Tutte situazioni che a nostro parere hanno l’unico scopo di beccare l’automobilista malcapitato, sicuramente in errore essendo oltre il limite previsto di legge, per ingrassare le casse dello Stato o della specifica amministrazione.

Sanzionate le amministrazioni

Ecco allora che la Corte di Cassazione ha stabilito che non solo i cartelli di segnalazione degli autovelox devono essere presenti e ben visibili, chiari e leggibili ma anche che questi devono essere posizionati a una distanza dal dispositivo di rilevamento elettronico della velocità tale da consentire il tempestivo avvistamento, in relazione alla velocità, da parte dell’automobilista. Se questo non avviene, la multa non è valida! Va però precisato che se da un lato la legge precisa che il cartello non può essere posizionato a una distanza maggiore di 4 km dalla postazione di rilevamento, allo stesso modo la legge però afferma che non va posizionato troppo a ridosso della stessa postazione non precisando però questa volta l’effettiva distanza minima da mantenere. Una mancanza che potrebbe generare non poche controversie e che forse andrebbe precisata meglio nella legge.

Questione di sicurezza

La motivazione di questa delibera della Cassazione è semplice: se si vuole fare prevenzione e non cassa allora l’automobilista deve essere avvisato e non colto in fragranza di reato. Perché se l’automobilista viene avvisato dai cartelli di rilevamento della velocità allora questo può decidere di rallentare per evitare la contravvenzione, abbattendo di conseguenza le possibilità di innescare un incidente per velocità eccessiva. Se, invece, l’automobilista non viene avvisato allora non solo incorrerà sicuramente nella contravvenzione (per far cassa) ma non tenterà minimamente di diminuire la velocità, aumentando il rischio di generare incidenti e riducendo quindi la sicurezza su quel tratto di strada.

Dire sempre chi guidava

Se proprio doveste ricadere in una contravvenzione per eccesso di velocità, indipendentemente che questa sia stata fatta per prevenzione o per fare cassa, ricordatevi che in primis fra infrazione e notifica della multa devono passare al massimo 90 giorni e che solo una effettiva difficoltà nel trovare il trasgressore può portare a un aumento di questo lasso di tempo; in secondo luogo che per tutti gli eccessi sopra i 10 km/h va sempre e comunque comunicato il nome di chi vi era alla guida perché in caso contrario, come vi avevamo già spiegato in questo precedente articolo (https://www.automobilismo.it/verbale-e-punti-sulla-patente-occhio-a-come-ci-si-comporta-31074), scattera una sanzione amministrativa accessoria del valore di 300 euro.

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