L’idea della Triumph di produrre una spider sportiva ed economica piace, tanto più che con l’overdrive la TR2 supera i 170 km/h e la linea ha dettagli intriganti come la griglia anteriore incassata, l’assenza di maniglie (le porte si aprono tirando una cordicella all’interno del vano porta) e un look che ricorda vagamente la stupenda Jaguar XK120.
La TR2 di Silvano e Alberto inoltre è una delle ormai rare “Long Door”, ovvero quella versione dove le porte si allungano fino in fondo al telaio anziché fermarsi prima in modo meno elegante; l’accorciamento fu necessario, in seguito, perché spesso nell’aprirle la parte bassa urtava contro marciapiedi o muretti bassi, rovinandole.
Nel corso degli anni la TR2 ha avuto diversi successi assoluti e di categoria nelle corse, e oggi come allora la piccola Triumph sa difendersi nelle competizioni: “Io e mio padre - racconta Alberto - volevamo entrare nel mondo delle gare di Regolarità, e un amico ci consigliò caldamente l’acquisto di una TR.
La scelta cadde su questa TR2 del 1954 che abbiamo fatto arrivare direttamente dall’America”. Il mercato americano a suo tempo apprezzò subito le qualità della roadster inglese, in particolare chi viveva in California e voleva una cabrio fascinosa e sbarazzina, così molte furono prodotte con guida a sinistra.
Come si può notare dagli adesivi posti sul deflettore destro la Triumph di Silvano e Alberto fu prodotta nell’aprile del 1954 e immatricolata in USA a gennaio 1955. Nel 2010 la TR2 è arrivata in Italia dove padre e figlio la ricevono a Roma, anche se non nelle condizioni che speravano. La carrozzeria è diventata bicolore - rosso e bianco - ed è rovinata, gli interni sono da rifare e la meccanica da rivedere. Alberto e Silvano contattano uno specialista locale che dà inizio ad un restauro globale che dura ben due anni: tramite i registri inglesi della fabbrica si recuperano lo schema colori e l’allestimento originale che prevedono carrozzeria verniciata in nero, interni Blackberry, cerchi a raggi, assenza di riscaldamento e cambio a quattro marce senza overdrive.
La carrozzeria torna a splendere, la tappezzeria è rifatta completamente e la meccanica viene revisionata e migliorata, tanto che ora il quattro cilindri si accende immediatamente, ha un minimo regolarissimo e non perde mai un colpo; volendo questa TR2 si potrebbe usare quotidianamente.
I due proprietari non l’adoperano con tale frequenza, ma poco ci manca: oltre a sfruttarla per bene in estate, Silvano e Alberto hanno disputato con essa quattro Gran Premi Nuvolari, due Mille Miglia, tre Coppe Mazzotti, 2 volte il Trofeo Foresti e altrettante Città di Lumezzane: “Contando tutte le gare che abbiamo fatto e le volte che la usiamo in estate, la nostra TR2 avrà percorso almeno 25.000 chilometri dal termine del restauro, e quasi tutti in maniera piuttosto spigliata” ci racconta Silvano. Sulle fiancate oggi compare ancora la bandierina svedese del navigatore di Silvano, dato che all’ultimo Nuvolari Alberto non ha potuto partecipare cedendo il posto ad un amico del padre, anche se tutte le altre gare sono state svolte insieme creando delle bellissime memorie.
Padre e figlio non hanno dubbi riguardo al loro ricordo più bello: “Certamente la 1000 Miglia del 2015. È stata la nostra prima partecipazione alla Freccia Rossa, eravamo insieme e l’abbiamo completata agilmente. Non siamo molto interessati al risultato né esperti di Regolarità, però ci ha fatto piacere concludere nei dintorni del 60° posto, e soprattutto la TR2 è andata benissimo senza mai avere un problema e ricevendo una splendida accoglienza da parte del pubblico. Senza dubbio sono stati dei giorni entusiasmanti”.