Autovelox: fioccheranno i ricorsi e pure gli annullamenti

Annullare le multe sarà più facile perché, presentando ricorso, il giudice sarà obbligato a dimostrare che l’apparecchio fosse stato sottoposto a regolare taratura periodica.

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Ulteriore precisazione che gioca a favore degli automobilisti, soprattutto di quelli più indisciplinati o furbetti o di tutti quelli da piede un po’ troppo pensate. Nel caso in cui doveste essere colti in flagrante per eccesso di velocità da una postazione autovelox fissa o mobile, se farete ricorso vi è una buona probabilità che possiate scamparla liscia. D’ora in avanti, infatti, in caso di ricorso il giudice di pace sarà obbligato a dimostrare che l’apparecchio fosse stato sottoposto a regolare taratura periodica perché in caso contrario (impossibilità di dimostrarlo o certezza della non taratura) sarà costretto ad annullare la contravvenzione.

Per la legge è, infatti, importante che l’apparecchio sia in perfetto stato di funzionamento e che le sue componenti non siano “fuori fase” perché soggette ad eccessivo invecchiamento. Oltretutto l’ente che ha elevato il verbale non potrà esimersi dal produrre i relativi certificati: in mancanza la multa dovrà essere annullata. A stabilirlo è stata nientemeno che la Corte di Cassazione con la sentenza 10464 depositata il 3 giugno scorso. Una sentenza che non solo rende obbligatoria questa procedura ma che la scarica a ridosso del giudice stesso, alleggerendo l’onere della prova in capo al conducente. All’ente che ha elevato il verbale, dal canto suo, non basterà produrre in giudizio il certificato di messa in opera o di omologazione dell’apparecchio per dimostrarne il corretto funzionamento.

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