Arpa Lombardia: a inquinare non è il traffico veicolare

Durante il lockdown il traffico è stato azzerato ma l’inquinamento non è calato. Ecco perché i blocchi del traffico non servono e la loro incidenza è davvero minima rispetto ai risultati ottenuti.

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Anche gli scettici adesso dovrebbero ricredersi. Stando, infatti, ai dati riportati da Arpa Lombardia, durante il lockdown a fronte di una riduzione del traffico pari a circa il 70% si è registrata una riduzione delle emissioni degli inquinanti che si attesta sul 44% per gli NOx, sul 20% per il PM10 primario e sul 32% per la CO2. Un risultato che dimostrerebbe ancora una volta quanto anche da noi più volte ripetuto e cioè che il settore dei trasporti non è il principale responsabile dell'inquinamento atmosferico e che al calo del trasporto su gomma e del traffico veicolare non corrisponde la stessa riduzione degli inquinanti.

Continuare ad accanirsi quindi contro il settore dei trasporti con provvedimenti spesso estemporanei e senza risultati tangibili non fa altro che risultare continuamente controproducente o per lo meno poco efficiente nella corsa contro l’inquinamento e i cambiamenti climatici. Forse andrebbero prese in considerazione anche altre cause e fonti di inquinamento ben più importanti come le attività produttive e industriali, gli allevamenti intensivi e il riscaldamento degli edifici. Una teoria sottolineata anche da Greenpeace dopo una revisione dei dati rilasciati da Ispra.

Insomma, i blocchi del traffico incidono in maniera molto limitata sul contrasto alle polveri sottili. Ecco perché in ambito urbano bisognerebbe incrementare gli sforzi sugli impianti di riscaldamento obsoleti. Della stessa idea tanto l’assessore all’Ambiente della Regione Lombardia, Raffaele Cattaneo, quanto il docente di Igiene e Sanità pubblica all’Università San Raffaele di Milano e all’Università di Parma, Carlo Signorelli, e dal presidente di Aci Milano, Geronimo La Russa. Per Palazzo Lombardia, dunque, "il traffico non è la principale causa dell'inquinamento: le stesse concentrazioni di PM10", prosegue Cattaneo, "seguono prevalentemente i fattori meteorologici".

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